domenica 21 agosto 2011

Pechino: lezione di sesso

CINA - Spiegare il sesso ai bambini delle elementari? Eterna questione, che divide genitori, educatori e politici ad ogni latitudine. La nuova Cina, che prudentemente si apre a varie forme di liberalizzazione, sembra avere rotto gli indugi e fatto cadere anche questo tabù, molto in anticipo rispetto a tanti Paesi occidentali, che si considerano più aperti e avanzati sui temi della morale e dell’istruzione. L’introduzione di un corso di educazione sessuale per gli studenti (6-12 anni) delle scuole primarie di Pechino è stato annunciato nei giorni scorsi, con un lungo e dettagliato articolo dell’ufficialissima Agenzia XinHua. Il programma si articola in tre fasi, miranti a spiegare ai bambini le basi della delicata materia, con l’ausilio di un libro di testo intitolato “Passi verso la crescita”, redatto dagli esperti dell’Associazione per la Ricerca e l’Educazione alla Salute Sessuale. Tra i capitoli del primo modulo titoli come “Il mio corpo”, “Da dove vengo” e “Sai proteggere te stesso?”. Nel secondo, “Il corpo cambia durante l’adolescenza” e “Tecniche per comunicare con i genitori”. Nella terza parte, argomenti ancora più impegnativi, per un pubblico di bambini, come “Come darti piacere”, “Prevenzione dell’AIDS” e “Essere un sano Netizen” (utente di Internet). L’iniziativa, illustrata ai genitori e all’opinione pubblica dai media controllati dal Governo e dalle autorità locali di Pechino, ha raccolto l’approvazione di molti adulti, ma non ha mancato di suscitare anche preoccupazioni e dissensi marcati, correttamente riportati nel dibattito sui media, pur moderato dalla censura ufficiale. Contestati da alcuni genitori, in particolare, il linguaggio “esplicito” e alcuni disegni considerati “troppo diretti” del primo modulo del libro, quello rivolto agli studenti di 6 e 7 anni d’età. Una frase, in particolare, è finita sotto accusa come esempio di una certa “crudezza” del testo: “Per permettere allo sperma di trovare l’ovulo il più in fretta possibile, papà inserisce il proprio pene in profondità nella vagina della mamma”, informazione corredata dal disegno di una penetrazione. “È troppo per questi bambini” ha protestato con l’Agenzia XinHua una madre, identificata con il solo cognome, Liu. “Non è una cosa sana. Sembrano disegni porno per bambini.” Sul fronte opposto, quello dei favorevoli, altri genitori, docenti e sessuologi si sono mostrati più realisti. “Gli adulti vedono nel libro cose sporche, mentre gli studenti potrebbero non essere di questo avviso” ha commentato per tutti Feng Zhihua, vicedirettore di “Dingxiangyuan”, il più popolare website cinese di medicina e biologia (www.dxy.com). “I ragazzi vedono le cose in modo diverso. Le parole ‘pene’ e ‘vagina’ le incontreranno comunque, prima o poi, e non c’è ragione di censurarle in campo educativo”. Nonostante le perplessità, le autorità scolastiche di Pechino sembrano intenzionate a proseguire nell’esperimento, allarmate dai risultati di un recente sondaggio effettuato tra gli studenti di 14 scuole cittadine. Secondo lo studio, solo il 5% dei ragazzi è in grado di identificare correttamente i propri organi sessuali, mentre il 16% non sa neppure localizzarli nel proprio corpo. Altri manuali di educazione sessuale, per le scuole medie inferiori, sono in fase di completamento e saranno introdotti presto negli istituti della Capitale cinese.

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