domenica 4 settembre 2011

Tette, rugby & motorette

Il logo della parata
NUOVA ZELANDA - I limiti della “decenza” sono al centro di una furiosa battaglia politico-legale in Nuova Zelanda, isola anglosassone e solitamente tranquilla del Pacifico, alla vigilia dell’attesissima Coppa del Mondo di Rugby. Archiviata a furor di popolo l’infelice proposta di uno sponsor degli All Blacks di invitare i supporter della squadra nazionale ad astenersi dal sesso come “fioretto” per conquistare l’agognato trofeo, la parola “S” è tornata prepotentemente a far discutere e a dividere la pubblica opinione. Sotto accusa, questa volta una provocatoria parata annunciata per il giorno di una partita clou del torneo, quella tra la squadra neozelandese e la fortissima Francia. A organizzare il corteo, la CVC Group Ltd. società del cosiddetto “Re del Porno” Steve Crow che gestisce con il marchio NZX una serie di attività nel fiorente mercato della pornografia legale (un sito web, un settimanale, un mensile, un’agenzia di escort e “presto anche un’agenzia per cuori solitari”) e uno dei principali sponsor di Erotica Lifestyle Expo, la maggiore fiera annuale dell’erotismo della Nuova Zelanda. Il nome della parata (un evento che si tiene dal 2003 in tutte le principali città) è “Boobs on Bikes” - letteralmente, “Tette sulle motociclette”: decine di procaci ragazze in topless che attraversano il centro cittadino trasportate da rombanti moto di grossa cilindrata, con distribuzione di materiale “informativo” e commerciale. L’evento, nato 8 anni fa per protesta contro l’arresto di due ragazze in topless, ha assunto sempre più chiari obiettivi promozionali, ma non è mai stato veramente ostacolato dalla Polizia che finora ha permesso lo svolgimento di ben 17 parate, in varie città. Un’interpretazione liberale delle leggi sulla decenza rende, secondo le forze dell’ordine, l’esibizione di un paio di seni non particolarmente offensiva, “se non accompagnata da atteggiamenti provocatori e lascivi”. Negli ultimi tempi, però, le polemiche contro “Boobs on Bikes” sono cresciute, dando vita a un movimento di contestazione che vede unite, cosa abbastanza rara, organizzazioni femministe - contrarie alla commercializzazione del corpo della donna - e associazioni cristiane a difesa della morale e, appunto, della decenza. Un’opposizione decisa che, dopo petizioni e proteste pacifiche, quest’anno minacciava di “passare all’azione” contro gli organizzatori, i centauri e le malcapitate pornostar, in occasione della parata nella città settentrionale di Tauranga. Convocati in fretta e furia per prevenire il degenerare dell’evento, dopo qualche discussione i consiglieri comunali del grosso centro del Nord hanno ufficialmente negato il permesso, citando la mancanza di un “piano stradale” e “questioni di sicurezza pubblica”. L’edizione del 2011 a Tauranga è così saltata (quella di Auckland si era invece svolta regolarmente), ma gli organizzatori di “Boobs on Bikes”, forti anche dell’inevitabile pubblicità data dai media al divieto, hanno subito rilanciato la loro provocazione, convocando un’edizione speciale della parata nel centro di Auckland, chiamata “Rugby World Cup Boobs On Bikes”, fissata per il 24 settembre, data appunto della partita All Blacks-Francia che sicuramente renderà la capitale affollatissima di tifosi nazionali ed esteri. Sul sito della parata un appello: “Cerchiamo 20 motociclisti e 20 ‘lovely ladies’ volontarie che si facciano dipingere sul corpo i colori delle 20 squadre della Coppa del Mondo”. A seguire, un elenco di raccomandazioni alle ragazze: “Per favore, non fate nulla che possa essere definito come esplicitamente ‘titillante’ sessualmente. Non agitate i seni o altro. Ricordate che la Polizia sarà presente per mantenere l’ordine pubblico e quindi non fate niente che possa provocare una reazione”. Furiose le proteste di “Family First NZ”, associazione per la difesa della morale e della famiglia: “La maggior parte dei neozelandesi sa che è indecente e inappropriato andare in giro in topless. La Polizia non vuole impedirlo e facendo questo ignora non solo la legge, ma anche la volontà della comunità", ha dichiarato alla stampa il direttore nazionale Bob McCoskrie. "Le autorità dimostrano così apertamente di non dare priorità alla protezione dei bambini e delle famiglie che saranno presenti nel centro di Auckland per festeggiare la Coppa del Mondo.”

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