mercoledì 24 agosto 2011

Fratelli coltelli in salsa australiana

Su fronti opposti: Carl e, nel riquadro, Bob Katter 
AUSTRALIA - L’Australia, già divisa su tutto, dalla Carbon Tax sui grandi inquinatori all’uso delle truppe di pace, dalla strategia per contenere l’afflusso di boat people asiatici, alla tinta dei capelli (rossissima) del suo Primo Ministro donna, sembra avere trovato un nuovo fronte di battaglia sul tema dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Finora proibite dalla Legge (il Marriage Act), le unioni di gay e lesbiche sono tornate al centro del dibattito politico con il lancio di una serie di petizioni popolari di segno opposto corredate da sondaggi commissionati dagli attivisti pro e contro, che hanno dato risultati assolutamente contrastanti. Nel rurale, profondo Queensland, ad esempio, solo il 2% degli intervistati si sono detti a favore dei matrimoni gay, ma nella città di Melbourne, moderna e liberale, circa il 90% dei cittadini si sono pronunciati per il cambiamento della legge. Mentre la Campagna "Australian Marriage Equality" e le associazioni che chiedono una liberalizzazione - in prima fila il partito dei Greens (Verdi ecologisti) e l'organizzazione progressista GetUp! - hanno lanciato una raccolta di firme online per sostenere i matrimoni omosessuali, un composito fronte tradizionalista (con in testa l’Australian Christian Lobby, ma  guidato anche da una deputata laburista) ha appena depositato in Parlamento una petizione firmata da 52.300 cittadini che chiedono di non cambiare la definizione di matrimonio (tra un uomo e una donna). Uno dei più accesi oppositori di qualsiasi concessione ai gay è l’anziano parlamentare conservatore Bob Katter, protagonista pochi giorni fa di una rumorosa dimostrazione di attivisti cristiani nel cuore del Parlamento di Canberra. In quella occasione, il politico ha rilasciato dichiarazioni di fuoco contro i gay e in difesa dei valori della famiglia, sostenendo che i matrimoni omosessuali spianerebbero la strada alla pedofilia e alle unioni “tra uomini adulti e bambini”. La manifestazione ultra-conservatrice, che ha avuto grande eco, si è però rivelata un boomerang (siamo pur sempre in Australia...) per i suoi promotori, perché l’uscita di Bob Katter ha provocato la reazione di un avversario inatteso: il fratellastro minore del deputato, Carl, che ha deciso di fare un clamoroso ‘outing’ convocando una conferenza stampa, annunciando di essere gay e di avere il pieno supporto della propria famiglia. In un’intervista televisiva, il giovane si è detto offeso dalle bugie del fratello, accusandolo di fomentare l’odio e la violenza contro i gay e le minoranze in genere. Lo sdegno pacato e il coraggio di Carl hanno provocato un’immediata reazione tra l’opinione pubblica, con un una corsa su Internet a firmare la petizione a favore delle unioni gay. La battaglia prosegue.

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