venerdì 26 agosto 2011

Festa & Fertilità

Il Festival Kanamara Matsuri
GIAPPONE - Una società come quella giapponese, generalmente considerata altamente repressa, sul posto di lavoro, a scuola e tra le mura di casa, trova spesso sfogo e rifugio in momenti di eccesso e di liberazione, privata o collettiva, che contrastano non poco con l’immagine di compostezza del popolo del Sol Levante. Uno di questi rari eventi, poco conosciuti dal grande pubblico, è il festival di Kanamara Matsuri (letteralmente, il Dio-Grande-Pene-di-Ferro), celebrato ogni prima settimana di aprile nella città di Kawasaki. Un evento che gode di grande rispetto e considerazione da parte di uomini, donne, giovani e anziani della città, e che ogni anno vede la partecipazione di migliaia di persone venute anche da altre zone del Giappone, tra le quali, occasionalmente, anche molti sorpresissimi turisti stranieri. Contrariamente a quanto uno scettico osservatore occidentale potrebbe sospettare, il Kanamara Matsuri non è il prodotto pubblicitario di una qualche televisione in cerca di facile audience o di uno sponsor del fiorente business pornografico giapponese, ma rispecchia una serissima tradizione shintoista (la religione del 90% dei giapponesi), intesa a celebrare la Fertilità e che viene fatta risalire al 1600. L’evento ricorda infatti la cruda leggenda della battaglia di una ragazza contro un demone dai denti taglienti e acuminati che si era nascosto nella sua vagina e aveva ridotto a mal partito, uno dopo l’altro, i malcapitati uomini che la giovane aveva sposato. Per distruggere quella presenza malefica, la damigella si era allora rivolta a un fabbro, commissionandogli un grosso pene di ferro con il quale si era alla fine liberata di quell’ospite ostile e indesiderato. La manifestazione di Kawasaki, che dura un’intera settimana, ha un programma fitto di cerimonie, letture pubbliche, appassionati dibattiti, mercatini (sulle bancarelle, naturalmente, in vendita peni di legno di ogni foggia e dimensione) e distribuzione di cibarie “in tema” (molte le torte e gelati che ricordano le forme dell’organo maschile), e culmina in un grande corteo nelle strade addobbate di rosa, al seguito di una gigantesca riproduzione di un pene in pesante ferro nero, portata a spalla dai fedeli fino al tempio shintoista di Kanayama. Nonostante l’origine e l’impronta religiose della manifestazione, l’evento si arricchisce oggi anche di aspetti gioiosi, grazie all’iniziativa dei giovani della città, che aggiungono tocchi di fantasia e modernità portando in corteo anche statue “alternative”, di legno o cartapesta, tra le quali un grande pene rosa fabbricato dalle ragazze, che è diventato il vero simbolo della festa. Negli ultimi anni, il festival si è poi aperto anche a nuovi temi e significati, con la partecipazione di ONG e associazioni laiche che ne hanno fatto un’importante occasione per sensibilizzare la pubblica opinione sulla lotta all’HIV-AIDS e altre malattie a trasmissione sessuale e raccogliere fondi per la ricerca medica.

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