venerdì 19 agosto 2011

La Cina è adulta?

Un matrimonio al Venetian di Macao
MACAO (CINA) - La quarta edizione della rassegna commerciale “Asia Adult Expo” (AAE) - esposizione di tutto quanto attiene all’industria del piacere per adulti e del sesso in Asia - si apre oggi  a Macao, per concludersi il 21 agosto. Una tre giorni dedicata agli operatori del settore (si prevedono 2.500 visitatori specializzati) ma aperta anche al pubblico, che quest’anno viene stimato sulle 30 mila presenze. Tra gli sponsor dell’iniziativa, nomi noti e meno conosciuti agli osservaotri occidentali: dal settore ‘condoms’ della multinazionale del sesso softcore “Playboy”, alla branca lingerie dell’altro gigante editoriale americano “Hustler”, da alcune grandi agenzie di viaggio fino a canali televisivi porno a pagamento giapponesi e coreani. Il programma della manifestazione, che si tiene in un'area dell’immenso albergo-casinò The Venetian, prevede incontri tra le star del porno e i propri fan asiatici, presentazioni di prodotti, ma anche una intervista pubblica a Akane Hotaru (conosciuta dai video-amatori come Anna Hakizuki), famosa attrice del genere, nota anche per la sua attività di serissima blogger, presentata dal sito web dell’AAE come “Ambasciatrice HIV”. Gli organizzatori di questa quarta edizione dell’Expo del sesso garantiscono il successo dell’evento, confermando la fama di città tollerante e aperta di Macao, considerata una delle nuove capitali asiatiche del sesso. L’ex colonia portoghese è infatti, con Hong Kong, uno dei territori speciali cinesi dove il regime comunista permette da anni esperimenti economici e sociali “di avanguardia”, per sondare gli orientamenti del mercato e i gusti e l’imprenditorialità dei propri cittadini, e adeguare progressivamente e con grande prudenza leggi, regolamenti e costumi anche nelle altre zone del Paese. Come ogni altra branca del Capitalismo, l’industria dei prodotti legati alla sessualità è protagonista del forte sviluppo della Cina contemporanea. Secondo stime ufficiali, le fabbriche cinesi producono ormai il 70% dei giocattoli “sessuali” in circolazione sul mercato mondiale, destinati ancora soprattutto al pubblico degli Stati Uniti e della Vecchia Europa. Una rete di imprese che raggiunge le 1.000 unità e ha un fatturato annuo pari a 2 miliardi di dollari americani. Gli analisti del settore prevedono un forte sviluppo anche per i prossimi anni, trainato non più solo dalle esportazioni ma dalla domanda interna di una classe piccolo e medio-borghese in espansione, che sta modificando velocemente i propri costumi pubblici e privati anche in campo sessuale, grazie al Mercato e alla libertà controllata, concessa con grande parsimonia dalle autorità.

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