giovedì 18 agosto 2011

All Blacks, No Sex

NUOVA ZELANDA - Il rugby è, da sempre, considerato uno sport per “veri uomini”: giocatori massicci e palestrati, gioco duro in campo, botte e sangue (a volte anche sugli spalti). Se parliamo, poi, di rugby “down under”, cioè quello praticato in Australia e Nuova Zelanda, nelle sue varie versioni, la mistica machista di questo sport raggiunge senza dubbio il culmine, simboleggiato dalla Haka la danza rituale dei “guerrieri” All Blacks, la squadra nazionale di Wellington temutissima e pluridecorata, anche se reduce da alcune annate non proprio entusiasmanti. Non poteva, dunque, non sollevare un’ondata di critiche e sberleffi l’infelice idea di uno dei maggiori sponsor della nazionale di rugby neozelandese, la Telecom Corp., di lanciare una campagna pubblicitaria per invitare i tifosi dei “Tutti Neri” (in maggioranza maschi, ma non solo) a praticare una completa astinenza sessuale nei due mesi, settembre e ottobre, della Coppa del Mondo 2011, una sorta di “fioretto” collettivo per sostenere la campagna sportivo-militare dei propri beniamini, da anni in forzata astinenza di vittorie di Coppa. La trovata di un’agenzia pubblicitaria, che prevedeva la distribuzione ai supporter di braccialetti di gomma neri da esibire durante le partite a testimonianza del proprio sacrificio per la causa, era stata in un primo tempo approvata dalla New Zealand Rugby Union (NZRU), alla quale era stato anche chiesto di mobilitare allenatore e giocatori a sostegno dell’iniziativa. Non appena diffusa la notizia, però, la NZRU e Telecom Corp. hanno dovuto fare rapidamente dietrofront. Generale, infatti, la rivolta dei tifosi: il 92% degli intervistati in un sondaggio del New Zealand Herald online si sono detti totalmente contrari all’idea di rinunciare al sesso nei due mesi del torneo quando, tradizionalmente, si registra un aumento dell’attività sessuale tra i tifosi. Una presa di posizione pressoché unanime dovuta forse anche ai legittimi timori per le prevedibili reazioni dei commentatori sportivi e delle tifoserie avversarie, pronte a sbeffeggiare i fan neozelandesi ad ogni incontro sugli spalti degli stadi delle partite di Coppa. Forti le critiche anche da parte di giocatori ed ex giocatori, protagonisti di interviste e accesi dibattiti televisivi che hanno visto il pubblico sportivo per una volta unito nel criticare la federazione rugbystica e il suo incauto sponsor. “Dobbiamo essere realisti, ci sara’ un sacco di sesso durante la Coppa del Mondo”, ha commentato Sarah Davies, portavoce di YWCA Aotearoa, network attivissimo sul fronte dei diritti delle donne neozelandesi. “Invece di braccialetti per promuovere l’astinenza, la Telecom Corp. dovrebbe piuttosto pensare a distribuire condom neri, maschili e femminili, e puntare su una campagna per il sesso sicuro.”

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