sabato 20 agosto 2011

LGBT: Pericolo di Morte

L'insegna di un gay club di Manila
FILIPPINE - Vivere e proclamare la propria identità e diversità, anche in campo sessuale, in Occidente comporta ancora dei prezzi da pagare, comprese minacce e violenze e in alcuni casi - eclatanti perché per fortuna non troppo frequenti - anche il rischio di perdere la vita. In Asia, dove l’identità di genere è spesso più sfumata e dove vige una più ampia tolleranza di fatto se non di diritto, i comportamenti violenti verso i diversi, spesso con motivazioni pseudo-religiose, possono essere molto più letali. Ne sa qualcosa la folta comunità LGBT delle Filippine, pur generalmente accettata dal resto della popolazione anche grazie alla tradizione comprensione verso i Bakla, i femminielli del cosiddetto terzo genere. Hate Crime Watch, un’organizzazione che fa monitoraggio sui crimini contro gay, lesbiche e transgender, ha recentemente pubblicato un rapporto sugli omicidi di persone LGBT nel Paese del SudEst asiatico. Secondo le statistiche dello studio, la cattolicissima Grande Manila (la regione che comprende la Capitale propriamente detta e i distretti di Quezon e Luzon) e l’isola meridionale di Mindanao, a maggioranza musulmana, sono le zone in assoluto più pericolose per lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Le aggressioni con esito mortale sono state 103 dal 1996. Non moltissime, all’apparenza, ma con una decisa impennata negli ultimi anni: mentre nel 2010 gli omicidi di LGBT, confermati, sono stati 29, nei soli primi sei mesi di quest’anno ne sono già stati registrati 28. Particolarmente efferate le modalità esecuzione, generalmente a colpi di coltello o di pistola, con torture e mutilazioni delle vittime.

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